Baguette

La prima volta che andai in Francia, mi dissero, appena scesa dal treno: ‘Smettila con gli stereotipi! I Francesi non sono più come nei film di Truffaut!’ Finalmente! Non se ne poteva più! Alla lunga stanca sentire sempre le stesse domande: ‘Ah, italiana? Pizza, spaghetti, mafia, Berlusconi (la new entry…forse perchè nessuno sa più cosa sia di preciso il mandolino?)?’ E Michelangelo? E Leonardo? E qui ti dicono che non eravamo ancora un paese unito e che quindi tutti questi grandi personaggi erano apolidi. Tutti di colpo con una laurea in storia. Vengo forse io a dire che Giovanna d’Arco era pazza (e se l’avete bruciata non è perchè l’avete scambiata per il pellet) o che Maria Antonietta la storia delle brioche al popolo che vuole il pane se la poteva risparmiare? Comunque va bene. Prendiamo qualche esempio post-unione e pre-secessione: i premi nobel Marconi, Fermi e Pirandello; il cinema italiano con Rossellini, Visconti e Fellini; il Futurismo, vanno bene? E ti rendi conto, con sgomento, che sembri Calderoli.

Comunque, quella volta, dopo aver fatto più o meno trecento metri fuori dalla stazione, vediamo un tipo con il basco, una maglia a strisce e la baguette sotto il braccio. Mancava solo il foulard rosso. Momento di silenzio mentre questo passa in bicicletta. Non ne ho mai (e dico MAI) rivisto uno cosi’. La maglia a strisce invece, non so perchè, ma ai Francesi piace tantissimo. A volte, di sabato, sembrava di fare un safari.

Apro il capitolo baguette (vedi anche Celibataire): di solito non la portano sotto il braccio, ma la mettono in un sacchetto/borsetta. Poi ci sono i nostalgici. Ricordo un tipo nella metro, che aveva appoggiato la baguette per terra, sotto il sedile. Quando l’aveva ripresa e ne aveva mangiato un pezzo tutti l’avevano guardato inorriditi. Un ‘Eeeuuuhhh!’ di sdegno collettivo. Ricordo anche un mio amico che la tirava fuori dal sacchetto (?!) e la teneva in mano, per poi finire con lo sbatterla a destra e a manca, contro muri, persone e macchine, per poi arrivare a casa ed offrirtela. No grazie. Tra questo e quella della zolletta di zucchero (vedi Topi e zollette), credo che volessero farmi fuori.

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E poi c’è questo episodio. Una baguette lasciata là cosi’, con tutto il sacchetto. Non mi son spiegata. Sulle prime ho pensato che fosse una delle solite crudeltà estive. Tipo: ‘Tesoro, dobbiamo partire per le vacanze, dove la lasciamo la baguette?‘ ‘La portiamo con noi!‘ ‘Tesoro, lo sai che nel camping dove andiamo le baguette non sono ammesse! La dobbiamo portare al panettiere che ci fa i Canederli.‘ ‘Noooo! Lasciamola fuori sul marciapiede! Magari qualcuno la trova e la usa come arma!‘ Oppure, come ha detto un mio amico: ‘Era una consegna a domicilio!’. 

 

Vicini (3)

– Il solitario. Di solito muto. Nel senso che lo incontri sulle scale e tra un po’ si getta nella tromba delle scale, si allaccia i mocassini o finge che la baguette sia un bastone per ciechi, pur di non salutarti. Che uno dice: ma fai a meno! Cosa vuoi che me ne freghi se non mi saluti? Ricordati pero’ che se dovessi vedere del fumo che esce da sotto la tua porta, chiamerei i pompieri solo dopo un po’ perchè non vada a fuoco tutto il palazzo; che se dovessi sentire degli strani odori in corrispondenza della tua porta, ci appenderei degli arbre magique per mesi, per poi stupirmi qualora ti dovessero ritrovare mummificato; che se qualcuno mi facesse notare che si sentono dei gemiti provenire dalla tua porta, come se qualcuno stesse invocando aiuto, io direi che sono le assi di legno che si assestano. Vedi tu.
– Il centenario. Vicino anziano, vedi vecchio, vedi decrepito, che sta su con le puntine da disegno e di cui ho già diffusamente parlato.
– Il ladro. Quello che ruba tutto quello che gli capita a tiro, dall’ombrello che hai lasciato sul tuo zerbino, alle decorazioni natalizie, fino ai pacchi che altri han lasciato per te davanti alla porta di casa. Il ladro è subdolo perchè ho sentito di gente a cui han rubato la posta. Ora, caro ladro, ma che DIAMINE ci fai con le mie bollette?? Me le paghi tu?
– Quello che aspetta sulle scale. C’è sempre qualcuno che rimane chiuso fuori perchè chi doveva essere a casa è in ritardo. Il problema è che di solito le luci sono a tempo e quello si stufa ad alzarsi dal gradino ogni volta per accenderle. Capita quindi che tu, ignaro, accenda la luce e che ti possa trovare uno, che stava al buio, in attesa. Un po’ impressione la fa. Mi ricordo questo tipo, che avevamo accolto in casa perchè ci faceva pena (eravamo passati due volte in un’oretta e stava sempre là) e che ad un certo punto aveva cominciato a raccontare dei numeri (ci siam capiti…) che faceva con la vicina del terzo, che non ho più potuto guardare con gli stessi occhi.

Vicini (2)

La rompiballe di professione. Capitolo a parte merita la rompiballe, che c’è sempre. Ne ricordo una in particolare. Questa era, te lo ricordava ogni volta, proprietaria di un appartamento e voleva che le cose fossero fatte come voleva lei. Tra l’altro chiedeva a chiunque trovasse sulle scale dove abitasse oppure dove fosse diretto. Tra i suoi più famosi cartelli :
  1. ‘Non fate più la raccolta differenziata perchè siamo troppi e ci sono troppo cassonetti nell’atrio’ Signora, non è che mandiamo in vacca il Pianeta perchè a lei non piacciono, esteticamente, i cassonetti, sa ? Per inciso, nell’atrio ci si potevano fare le gare di pattinaggio…
  2. ‘Vi ricordiamo che è severamente vietato lasciare biciclette o passeggini nell’androne comune’. Un mio amico si portava la bici a spalla fino al secondo, per non dar fastidio. Segue cartello sulla bici : ‘Anche qui non va bene !’ Da notare che la tipa abitava al primo e che quindi era salita per controllare… La stessa blocca l’entrata ad una madre con infante in braccio e passeggino nell’altra, dicendole che non puo’ lasciarlo sotto le cassette della posta perchè dà fastidio. A chi ? Io stavo uscendo, sento la conversazione, mi stupisco, ma, siccome me ne sarei andata un mese dopo, sono indecisa se litigare o meno con la rompiballe. Lei mi tira in causa chiedendomi la mia opinione. Le dico che non da fastidio a nessuno e che non vedo come una persona possa farsi quattro piani di scale con un bambino ed un passeggino. Mi risponde che poteva prendere un appartamento al primo piano, come lei. La fissiamo tutti e tre allibiti. 
  3. ‘Abbiamo rifatto le chiavi delle cantine per tutti i condomini. Mancano quelle degli appartamenti tot e tot (ovviamente i nostri). Gli affittuari (sottolineato) sono pregati di andarle a ritirare immediatamente, pagando il dovuto.’ Il mio compagno lo vede e lo strappa. Segue cartello inviperito. Lo rivediamo, si ride, lo ristrappa. Lei, probabilmente munita di telecamera o di sensori, scende inbufalita e ci vede con il fagottino di carta in mano. Segue accesa discussione, durante la quale io mi sono appiattita contro il muro, sperando che lui non le mangiasse la testa. Pulire il sangue è un casino. La discussione termina quando le si fa notare che non abbiamo mai avuto accesso alla cantina e che le chiavi se le puo’ mettere dove vuole perchè le cantine sono affittate, se non addirittura vendute, a due condomini dell’immobile. Segue sguardo smarrito e poi quasi felice perchè ha capito di avere delle nuove vittime a cui rompere le balle.
  4. ‘Il digicode è rotto, usate la chiave.’ Chi l’avrebbe mai detto ?? Pensavo di usare un piede di porco, io !
  5. ‘Gradino rotto, attenzione !’ Al gradino mancava un pezzettino. Vabbé, uno dice, grazie. Rientro e vedo una transenna lunga quanto il gradino, che ne occupava altri tre. Si faceva fatica a passare di sbiego. Per due o tre giorni. Per un pezzo di un 5 cm al massimo. Peggio la pezza del buco.

Lyon: CRS e polizia (2)

Aneddoto.
La signora dove andavo a lavorare mi raccontava sempre degli aneddoti. Uno di questi riguardava un poliziotto e la metropolitana. Lei esce e trova un cordone di polizia. Li ignora e cerca di passare oltre. La fermano e segue dialogo:
– Signora! Dove va? Documenti!
– Per che cosa?
– Controllo.
– Di che cosa?
– Dei suoi documenti d’identità.
E qui il poliziotto avrà pensato che fosse affetta da demenza senile o una cosa cosi’. Lei insiste:
– Non ho fatto niente. Perchè mi controlla?
– Normale routine, signora!
– Siete come le SS! Pensavo che non ce ne fossero più in Francia!
– Beh, signora, non esageri… Le SS erano molto peggio!
– E lei che ne sa? Ne ha conosciute? Io si’. Ed erano come voi!
Inutile insistere. Le nonne in Francia son dei miti!
Aneddoto.
Trasloco verso l’Italia. Io e due baldi giovani ci mettiamo in viaggio verso l’Italia, tipo una domenica mattina, per accompagnare uno dei due, X, a Firenze. Macchina stracolma. Partiamo con la macchina di Z. Arrivati ai piedi della collina e dopo aver fatto, in linea d’aria, un trecento metri, ci ferma la polizia. Bardati, minacciosi e in quattro. Più una donna. Z accosta, gli viene chiesto di scendere dalla macchina. Scende. Chiedono anche ad X. Scende. A quel punto, pensando fosse la moda del momento e visto che come vedo una divisa mi trasformo in una cretina, scendo anch’io. Mi ferma subito la poliziotta e segue dialogo (surreale) :
– Perchè è scesa?
– Ho visto che scendevano tutti. Torno dentro?
– No, stia qui. Ha armi, esplosivi o droghe con sé?
– No, no!
– Di recente ha assunto droghe o bevuto?
– Un caffé stamattina. (E mentre lo dico, mi rendo conto che il panico è una brutta cosa…)
– Mi prende in giro?
– No, no! (goccia di sudore)
– Cos’ha in tasca?
– (ci penso un attimo) Un pacchetto di sigarette, un accendino e 50 centesimi nella tasca sinistra. Un fazzoletto sporco nella destra.
– (sospiro) Tiri fuori quello che ha e lo appoggi sul tettuccio della macchina. (eseguo) Apra il pacchetto e tiri fuori le sigarette. (eseguo) Ha solo queste?
– Eh, fino in Italia mi bastano, poi le compro là, costano meno. Poi non è che fumi molto, sto cercando di smettere. Fa male alla salute. Certo, di qualcosa si deve pur morire, eh?
Ovviamente intendeva se avevo della droga nel pacchetto, ma il mio cervello era restato nell’abitacolo e si strappava le meningi dalla disperazione. Ha rifiutato di parlarmi fino in Italia e ha cambiato idea solo perchè alla fine gli ho promesso dell’ibuprofene.
– (sguardo perplesso) Risalga in macchina.
Risalgo e aspetto che finiscano il terzo grado che stanno facendo agli altri due. Poi mi rendo conto che stanno facendo il terzo grado a due francesi e che io sono l’unica straniera dei tre. Vedo che tirano fuori anche i documenti, mentre a me non li hanno chiesti. Probabilmente per paura che le dessi delle mappe catastali, il testamento o la ricevuta fiscale di qualche ristorante. Insisto sul fatto che potrei fare il corriere / trasportatore di droga o armi perchè a me non chiedono mai niente. Ho l’aria innoqua. C’è anche da dire che ho l’aria idiota e che spesso, una volta che ho aperto bocca, per la polizia, non è solo un’ipotesi, ma è una solida certezza. Ecco, il trucco sarebbe nascondermi le cose dentro, senza dirmi niente. E comincio a capire perchè la polizia faccia certe domande: per quelli come me, che si impanicano e dicono cose a caso…

Lyon: CRS e polizia (1)

Della mia fobia per la polizia e la gente in divisa ho già parlato. Seguono aneddoti esplicativi. 
Aneddoto.
Quando vinse Sarkozy, nel 2007, la gente si riverso’ in piazza, protestando contro i risultati elettorali. Fu un delirio. Aldilà dei comportamenti, che ognuno valuta come crede, è un episodio difficile da dimenticare. Io ed un paio di amiche stavamo tornando in macchina dalla campagna e eravamo arrivate a Lione verso sera. Stiamo quindi percorrendo il lungo fiume, parlando del più e del meno, quando ci passano di fianco sei pullman pieni di agenti. Pullman. Momento di ansia. Bloccano di traverso la piazza principale, per la quale dovremmo passare per tornare a casa. Restiamo indecise sul da farsi, ma quando vediamo del fumo che si alza dalla piazza e gente che scappa da tutte le parti, tagliamo corto e facciamo la strada più lunga. In quei momenti la benzina ti sembra di colpo a buon mercato. Una notte di delirio. E il giorno dopo, vedendo i resti della battaglia del giorno prima e gli spazzini che li lavavano via, ho davvero pensato che la gente fosse impazzita. E quando ho saputo di quella coppietta che usciva dal ristorante, ignara di tutto, e che era stata imbarcata per sbaglio, non sapevo se ridere o piangere. Più che altro mi sono immaginata la scena: ‘Tesoro, sono stanca, andiamo a casa.’ e lui: ‘Ma certo, tesoro!’ Pregustando, nell’uscire, il probabile dopo cena. ‘Toh! Guarda! La nebbia è salita, stasera, eh?’ e il minuto dopo si ritrovano in galera. Ah, e buon anniversario a tutti e due, eh? Non sarà il Grand Hotel, ma vuoi mettere l’allegra compagnia?
Aneddoto.
Un giorno sto passeggiando con una mia amica in centro e mi urtano un 80/90 kg buoni di poliziotto. Stava inseguendo un tipo. Vabbé che son piccola, ma mi hai quasi staccato una spalla e parte della gamba!! Neanche scusa? Torno a casa e mi rendo conto che ho due lividi che vanno dalla spalla al ginocchio, con salto delle costole perchè ho parato con il braccio. Sembravo una di quelle banane che restano sempre nel cesto della frutta perchè non le mangia nessuno. Il giallo? Non è un problema. Prima o poi il fegato mi cede…
Aneddoto.
Scendo correndo i gradini della metro perchè sono (novità, novità!) in mega ritardo per il lavoro. Tiro fuori l’abbonameno e vedo, oltre le barriere, tre poliziotti enormi che bloccano entrata ed uscita. Mi danno le spalle. Oltre alla pelle d’oca. Anzi, essendo in Francia, la pelle d’anatra. Mi blocco e penso a come fare. Quelli di fianco a me, anche loro, non osano. Arriva una signora anziana munita di bastone. Vorremmo fermarla, ma siam tutti una banda di fifoni e quindi la gettiamo in pasto alle belve senza ritegno. Passa il biglietto, cerca di procedere, ma il poliziotto non la considera. Lei comincia a dargli bastonate sugli stinchi con il bastone, dicendo che si deve spostare, che non è il posto dove mettersi, che la gente ha fretta, ecc. Giuro. Quello rimane basito e si sposta. Noi vigliacchi e ipocriti annuiamo con sguardo severo e la seguiamo. Farci scudo con la nonna, devo dire, non è proprio una cosa di cui vantarsi, ma magari aveva fatto la resistenza. Era più preparata.