Prelievo

L’altro giorno vado a portare in Ospedale un campione di materiale organico per farlo analizzare. Avevo fatto la prenotazione on-line, quindi faccio la fila, arriva il mio turno, pago e aspetto. Erano circa le dieci del mattino.

D’un tratto cominciano ad apparire numeri molto precedenti al mio, poi numeri poco prima del mio, poi cominciano a chiamare la gente per cognome, infine rimandano indietro alcune persone che hanno appena chiamato, dicendo di aspettare fuori dalla porta, poi di andare a sedersi, ecc. OK, che diamine succede? Scopro quindi che funziona così:

  • chiamata ad oltranza di numeri prenotati, anche per un’ora prima, finchè questi non si presentano. GIURO che è arrivata una dopo un’ora e un quarto e si è LAMENTATA urlando che dopo due minuti non l’avessero ancora chiamata. E l’hanno chiamata. Io chiamavo la sicurezza, ma io sono io.
  • chiamata con nome in caso uno sia MOLTO anziano e con la cataratta non veda il numero sul dispaly. Ci sta.
  • invalidi, donne incinte e bambini perdono la precedenza dopo le 9 del mattino, ché “tanto c’è poca gente”. Ah.
  • se devi consegnare un campione, devi fare la fila come gli altri e non consegnarlo e basta. Tanto io ho tempo da sprecare e mica c’è il COVID e meno gente c’è meglio è, giusto?

Arriva il mio turno. Quello prima di me esce dall’ambulatorio lasciando dietro di sè una scia di sangue. L’infermiera lo insegue sgridandolo: “DEVE TENERE PREMUTO!”. Quello, che sta tenendo premuto, è mortificato e cerca di asciugarsi con la camicia, i pantaloni e un fazzoletto. Io intanto entro nell’ambulatorio e spiego che devo solo consegnare. Il dottore mi informa che i campioni li prende l’infermiera. OK. Dove sta? Fuori a sgridare il tipo. Rientra. Prende un kg di carta e riesce. Silenzio imbarazzato con il medico. Rietra l’infermiera con un pacco di carta misto sangue che ha raccolto da terra, lo butta e mi guarda. Segue dialogo:

Io: Buongiorno, dovrei consegnare questo.

Lei allunga una mano per prendere i documenti che ho in mano.

[BESTEMMIE INTERIORI. Ma ti pare che tocchi dei fogli che poi mi ridai dopo che hai tirato su da terra, a mani nude, il SANGUE di uno?? Meno male che sei infermiera. MENO MALE.]

La guardo. Mi guarda. La guardo. Capisce, si lava le mani con il disinfettante e poi, scocciata, mi strappa il foglio dalle mani: “La ricevuta di pagamento?”

Allungo ricevuta.

Lei, ancora più scocciata: “Ah, ha già tenuto la sua copia. Vabbè.” poi allungo il campione e si illumina: “Da quanto è stata fatta?”.

Io: “Alle 7.30 più o meno.”

Lei, sorride: “Eh, non va bene, CARA SIGNORA!! Le urine vanno prelevate al MASSIMO due ore prima!! Adesso le dò un’altra provetta…”

Io: “No, non sono mie.”

Lei, incazzata: “Allora guardi che mi serve la delega perchè lei mica può venire a portare i campioni di un’altra persona…”

Io: “Sono di mio figlio. Minorenne.”

Lei, imbarazzata: “Ah, ok.” si ripiglia e riprende il tono da suora capo sala primi anni ’80: “Ma lo stesso, non vanno bene! Suo figlio doveva portarlo qui perchè è passato troppo tempo.”

Io, allibita: “Guardi, se lei riesce a far urinare un duenne a comando, complimenti. Stamattina ci siamo dovuti mettere in due a convincerlo e già eravamo contenti l’avesse fatta nel barattolo e non sul tappetino del bagno…”

Il dottore si sbellica, l’infermiera ridacchia nervosa. Vanno bene. GIURA?!

Saluto e me ne vado.