Peculiari usanze
In Inghilterra sono andata molte volte e quindi credo di sapere più o meno come funziona il paese. Tuttavia ci son sempre delle cose che mi stupiscono.
- Altro che Shakespeare, il the delle cinque, la regina Elisabetta con il seguito, la rivoluzione industriale, il football o il cricket! L’Inghilterra è la patria delle borsette di plastica. Che dico? L’impero delle borsette di plastica! Te ne danno a manate, a quintali, ovunque, senza motivo e non c’è modo di disfarsene in alcun modo, anche riutilizzandole come sacchi della spazzatura. Cosi’ ti ritrovi con un due chili buoni di borsette inutili, che ti fissano nella tua cameretta e che ad un certo punto pensi si stiano aggreggando per soffocarti nel sonno. Non sapendo cosa farne, le usi per insacchettare qualunque cosa della tua valigia, come se due magliette a contatto con la spazzola ti potessero far venire l’ebola. Insomma, quando arrivi all’aeroporto e vedi gente che insacchetta la valigia con la pellicola ti chiedi se sia per sicurezza o perchè ha sentito una vocina nella testa che diceva: “Guarda che meraviglia! E’ come un’enorme borsetta! Comprala, comprala…“
- I cocktail. Il concetto di apertitivo esiste ovunque, quello di QUANTO alcolico debba essere un po’ meno. Non c’è nulla senza rhum, vodka, brandy o comunque un superalcolico. Vino? Non pervenuto. Nella ridente cittadina in riva al mare dove abita mia sorella ci sono molti locali deputati all’aperitivo. Mia sorella viene a conoscenza di una promozione che dice, letteralmente, 2 4 1. Alla prima io, ovviamente, ho letto duecentoquarantuno. Comunque andiamo in questo locale dove non puoi entrare con le scarpe da ginnastica, a torso nudo o con il bikini. Poi vedi passare gente che in bikini sarebbe stata più vestita e meno volgare e ti domandi se il criterio di selezione funzioni davvero. Mia sorella, mentre sto sorseggiando il mio cocktail (vedi foto), afferma: “Ne prendiamo un altro?” Io resto perplessa e le faccio notare che sto ancora finendo il primo e che non ho mangiato niente perchè non ti danno manco una nocciolina. Allora argomenta: “Per recuperare il costo della tessera è meglio se beviamo due cocktail a testa.” Certo. Mi ubriaco per non perdere i soldi della tessera, poi cado dalle scale, mi rompo qualcosa e spendo milioni in operazioni, medicine e badante. Ha molto senso. Scherzi a parte ed eliminando l’incitazione all’alcolismo, aveva ragione lei. Nel senso che con tre cocktail inglesi annacquati noi ne avremmo fatto uno normale. Il che mi ricorda i cocktail spagnoli. Sempre con mia sorella prendiamo un cocktail, a Barcellona. [No, niente uomini nudi, che pare vada di moda: nudismo a Barcellona] Lei prende una vodka lemon. Il cameriere la prepara al tavolo: sciroppo, due cubetti (due di numero) di ghiaccio e comincia a versare vodka. Versa, versa, versa. Arriva a un centimetro dal bordo del bicchiere. Io e mia sorella siamo allibite. E quello: “Le lascio la bottiglia se ne vuole aggiungere“. Se ne voglio aggiungere?? Mi hai versato mezza bottiglia e ne dovrei aggiungere??
- Gente strana, che fa cose strane. Tipo quelli che camminano sull’acqua (vedi foto). Son tutti con la Sindrome di Gesù? Moltiplicate pani e pesci che c’è più bisogno! Mi son chiesta che gusto ci fosse a deambulare sull’acqua con una sorta di surf e una pagaia / pertica. Un po’ come se uno andasse al mare e si mettesse la cerata per non abbronzarsi o se andasse al cinema e si scegliesse una poltrona dietro una colonna o se si sedesse al ristorante e guardasse la gente mangiare. Cameriere: “Le porto qualcosa?” e lui: “No, grazie. Do’ solo un’occhiata!“
- Le calze. Nella cultura mediterranea è impensabile uscire d’inverno come le inglesi: vestitino a bretellina e saldali. Con fuori meno 15°. Al sole. Anzi, sotto la nuvola. Noi popolazioni a sangue caldo, con clima mediterraneo (lasciate perdere quest’estate monsonica e atipica), guardiamo queste creature geneticamente mutate e capaci di resistere a temperature proibitive vestite con uno straccetto ma soprattutto SENZA calze. Capirete quindi il mio stupore quando ho visto la coinquilina di mia sorella con le calze e 30° fuori. All’ombra. Credo che alle inglesi non sia chiara la funzione delle calze.