Un giorno sto tornando dalla Francia verso l’Italia. Ho la solita valigia-armadio, lasciata tra uno scompartimento e l’altro, con grande disappunto di tutti, soprattutto perchè la parte riservata al bagaglio era chiusa con dello scotch bianco e rosso. Motivo? Siccome la Regina Elisabetta era in visita in Francia, la polizia aveva pensato bene di chiudere gli scaffali esterni per i bagagli, per evitare attentati. Giuro. Ma se io voglio fare un attentato, ti pare che metto la valigia negli appositi spazi e che sia un deterrente il fatto che la valigia, invece che verso la porta, sia sopra la mia testa? Ancora mi domando… Comunque, a Modane sale la polizia e chiede i documenti. A me, come al solito, non li chiedono. Li chiedono quando il loro cane comincia ad annusare e a grattare contro la mia valigia. E quando mai, dico io? Salto i bagagli in corridoio e mi precipito verso l’ufficiale, che chiede se la posso aprire con sguardo truce e sospettoso, anche del cane, che gratta sempre contro la valigia. La valigia è in piedi, non la potrei spostare neanche volendo perchè non c’è un centimetro libero. La apro cosi’ e cade giù tutto: maglie, jeans, borsa termica, mutande, calze, ecc. Tutto sul pavimento moquettato del treno. Brivido. Il cane ravana dentro e fuori la valigia, sbavando. Brivido. Si accanisce contro la borsa termica. Brivido. Segue domanda: ‘E qua cosa c’è?’ e io: ‘Cose da mangiare: petto d’oca, formaggi…ma è tutto sotto vuoto. Guardi, c’è anche lo scontrino del negozio, dentro.’ Il poliziotto constata che è solo cibo e mi sorride. Poi aggiunge: ‘Eh eh! Non dovrebbe far cosi’. Si vede che oggi ha fame!’ Segue mia risata isterica, per evitare di uccidere lui e il suo cane. Che poi, mica è colpa del cane, eh? Ritorno a casa e avverto mia madre: ‘Mamma, guarda, è tutto da lavare, valigia compresa!’, lei è stupita: ‘Mi hai portato roba sporca dalla Francia??’. Racconto l’aneddoto e vedo che il suo cervello sta sommando: moquette del treno, zampe sporche, bava canina… e sentenzia: ‘Ok, lavo tutto a 90°, con il disinfettante.’ poi ci ripensa: ‘Ma son cose a cui tieni? Senno’ le buttiamo…meglio, no?’
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