L’altro giorno sto scorrendo una pagina di Fb che seguo e leggo una conversazione in cui un ragazzo ammette tranquillamente di aver fatto una gara con i suoi amici a chi finisce prima l’alfabeto, portandosi a letto una ragazza per ogni lettera.
WARNING! ATTENZIONE! Non lo rifate a casa! Neanche in presenza dei vostri genitori.
Ho sorriso. Non perchè la cosa sia divertente (oggettificazione femminile, assenza di strumenti affettivi, mancanza di empatia, testacazzaggine, ecc.), ma perchè mi è tornato in mente un episodio.
Circa un dieci anni fa due miei studenti mi raccontano di una sfida simile. Vinceva chi finiva l’alfabeto (come sopra), ma una delle regole era seguire l’ordine alfabetico. Li avevo guardati con un sopracciglio alto e uno basso. Secondo loro facevano un sacco di sesso ed erano molto fieri. Era seguito dibattito:
Io: “Quindi, se ho capito bene, se tu Pirla 1 (nome di fantasia) sei arrivato alla lettera F e incontri una ragazza che si chiama – che ne so? – Licia, che te la darebbe pure (sing!), la scarichi?
Pirla 1: “Sì, in teoria, ma in pratica sarei scemo, quindi me la faccio, ma non rientra nel gioco.” [ride sguaiatamente]
Io: “Sì, beh, certo. Non sei scemo. Avevo visto un barlume di autocritica, ma lo hai appena seppellito sotto strati di melma e quindi niente.”
Pirla 2: “Prof, ma lo sta insultando?”
Io: “Ti pare che lo insulti?”
Pirla 1: “Lascia parlare la Prof!”
Io: “Ecco. In realtà dicevo che ti accorgi anche tu che è stupido quello che fai. O no? La scommessa è una cosa idiota. Sono persone, non trofei. Che facciate sesso con tizio o caio va benissimo [avevano 17/19 anni], ma sappiate che avete davanti un essere umano, che deve essere d’accordo. Sempre. Altrimenti ci sono altri modi, che non ho bisogno di elencare [leggi: autogratificazione].”
Pirla 2: “Eh, ma qua son tutte fi**e di legno!” [Ok, vedo hai capito quello che ho appena detto.]
Allieva 3: “Piuttosto di darla a te la cospargo di cheratina e le dò fuoco!”
Non l’ho corretta. Dovevo? Forse. D’altra parte non credo che la cheratina sia ignifuga. Seguono improperi vari, casino, minacce, ecc. Dopo un po’ si ristabilisce la calma.
Io: “Bene, detto questo, mi raccomando le precauzioni, chè vi prendete millemila malattie e/o restate incinte e passiamo alla lezione. Oh, guarda, ironia della sorte, oggi si parla di Baudelaire, uno che faceva lo splendido e poi è morto di sifilide.”.