Eccovi in anteprima l’ultima creazione della collezione autunno/inverno della Fata dei Proverbi:
“Adesso devono andare con le MANI di piombo.“
La cosa bella è che te la spiega: devono andare ancora più piano. Giura. Per il peso delle mani? Le mani plumbee toccano terra? Devono prendere qualcuno a cartoni e con il piombo il risultato è garantito? Camminano con le mani (non li rallenta già abbastanza?)? Ma che gente frequenti?? A parte me, dico.
Nello stesso contesto, scopro (con un certo stupore) che per anni ha creduto che il proverbio fosse:
“Tanto va IL GATTO al LARGO, che ci lascia lo zampino”.
Primo: è un gatto pirla che va al mare, si spinge al largo finchè non riesce più a nuotare e muore annegato. Secondo: l’amore dei gatti per il mare è proverbiale (Chi non ha usato almeno una volta nella vita uno di questi: Chi dorme non piglia gatti oppure Gatto dopo gatto si svuota anche il mare oppure Il gatto grande prende il gatto piccolo). Inoltre è pieno proprio di spiagge per i gatti. Infatti Lignano Sabbiadoro è famosa per le lettiere. Terzo: è una gatta, non un gatto! Non è che la gatta sia più furba perchè va al LARDO e mal che vada se lo lecca, ben che vada se lo mangia tutto; ma è molto alto il rischio di perdere uno zapino, a causa del contadino, proprietario del lardo. Il gatto saluta dalla boa.
Proverbi sui gatti ce ne sono molti, ma alcuni li ho sempre trovati curiosi:
- Gatta ci cova. Mi son sempre immaginata un gatto con sotto delle uova. Son l’unica?
- Una gatta da pelare. Ma perchè DIAMINE uno vorrebbe pelare un gatto?? Che ci deve fare? Il tappetino da bidet? Due guantini per il nano in giardino? La custodia dell’iPhone?
- Avere sette vite come i gatti. Ve ne ricordavate nove? No, mi spiace deludere anche i gatti, ma qua in Italia son sette. Quindi, se sei un gatto, ti conviene abitare in Inghlterra, che hai due vite in più. C’è anche il gatto a nove code (vedi foto), a cui i maniaci avranno pensato subito. Pure io, ma quella è una cosa che penso abbia a che fare con Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Fermiamoci qui e lasciamo correre la fantasia.
- Ci saran stati/eravamo quattro gatti. Si usa per dire che c’è poca gente, ma se ci pensate quattro gatti insieme fanno un casino allucinante. Quando si incontrano a due a due sotto le finestre della mia palazzina volano secchiate d’acqua, mica croccantini, eh? Partono anche le scommesse, ma questa è un’altra storia. Se ne mettiamo quattro insieme, il centro commerciale di sabato pomeriggio sembrerà una Spa rilassante!!
- Lavarsi come i gatti. Cioè ti lecchi invece di lavarti con l’acqua. Son scelte. Sbagliate. Questa pratica, a mio parere, ha molti seguaci. Il che spiegherebbe l’odore da topo morto che si porta in giro molta gente e l’alito da erba gatta vomitata. Se ci pensate, tutto acquista un senso.
- Fare/Essere la gatta morta. Viene usato per dire che una che finge di esser tranquilla e invece non lo è. Dalle mie parti si dice “bronsa cuerta”, brace coperta, che rende bene l’idea di uno che si fida, la prende in mano e si becca un’ustione di terzo grado. IL’altra espressione rende meno, invece. Se una gatta è morta, puzza, ha i vermi e i topi le ballano attorno. Oppure c’è un nano freddoloso che cerca di pelarla.