Dieci modi per…

Una ventosa mattina di aprile, non riuscendo a dormire e volendo ammazzare il tempo mi ritrovo a leggere uno di quegli articoli in cui ti dicono le dieci cose che devi fare per non perdere il tuo partner. Leggo le prime due e mi domando chi le legga ‘ste idiozie. Poi ci penso. Io, per esempio. Già. Queste cose sono un po’ come la ricetta per fare i bigné: tutti vorremmo averla e vorremmo che funzionasse come per magia, ma in realtà è una questione di pazienza, esperienza e fortuna. Tanta fortuna. Perchè la metafora dolce? Perchè di solito un toast viene bene più o meno a tutti. Comunque questo è il post [l’ho accorciato per motivi di spazio e i commenti tra parentesi sono miei]:

Se hai cominciato da poco una relazione probabilmente non sai ancora cosa evitare con il tuo fidanzato. In entrambi i casi ti conviene scoprire quali sono le 9 cose che da evitare con il tuo partner. [di solito sono dieci, qua son nove, che poi in realtà sono otto, ma vabbé. Il ‘non sai ancora‘ e il ‘ti conviene‘ li trovo un filino minacciosi e mi aspetto una risata diabolica in sottofondo, ma forse sono io prevenuta]

  1. Voler sapere tutto del suo passato. [Vabbé, ci sta. Ci son quelle che non vogliono sapere, quelle che vogliono sapere e quelle che voglion sapere vagamente. Io preferisco sapere piuttosto di ritrovarmi a cena con una ex che racconta di quella volta che a Barcellona si son tatuati le loro iniziali sul sedere mentre tu hai sempre creduto che fossero le tue (e lo trovavi adorabile) oppure trovarmi un simpatico fagottino rosa sul pianerottolo, con tutta la documentazione per il riconoscimento della paternità, che poi fai mentalmente i conti e qualcosa non quadra]
  2. Controllare il telefono o spiare nel suo computer. [Se il tuo intento non è conoscere il Reese di Person of Interest (uno che è affascinante anche quando fa il trasandato, che è scappato a un tentativo di omicidio…ci siam capiti, no?), lascia stare.]
  3. Alcune espressioni del tipo ‘sei uguale a tua madre’, ‘lascia stare, ci penso io’, ‘odio i tuoi amici’, o ‘davvero ti vuoi metter questo?’ non fanno altro che creare più tensione e non servono davvero a migliorare la relazione: ci sono modi più costruttivi di affrontare questi argomenti. [Ossia: castrati, non dire niente, rimugina, rimugina, rimugina e quando non ce la fai più prendi una spranga, gli spacchi qualcosa (a scelta tra gli organi vitali e le ossa indispensabili per la deambulazione) e ti costituisci dai Carabinieri. In prigione, si sa, è pieno di buoni partiti!]
  4. Voler sapere tutto delle sue ex, la sua storia con loro, perché è finita, etc. [vedi punto uno]
  5. Essere super gelosa. [Tranquilla, il tuo findanzato non te lo ruba nessuna. E se qualcuna riesce a rubartelo, ringraziala e mandale dei cioccolatini.]
  6. Disprezzare quello che fa. [Chi di noi non lo farebbe? Chi di noi non torna a casa dicendo: “Amore, ma com’è andato oggi il lavoro di mer*a che fai e fai pure male perchè sei un incapace? (pausa) Mi hai preparato i ravioli di pesce con la pasta fatta a mano? Ma che schifo! Lo sai che mi piace solo la pizza surgelata con la birra calda!” Un dialogo classico, direi.]
  7. Cercare di cambiare la sua personalità. [“Cara ti amo” di Elio non vi ha insegnato niente? Davvero?? Allora ripropongo.] http://www.youtube.com/watch?v=HQjM8P55AFI
  8. Parlar male della sua famiglia o con un certo tono di rancore. [Vai ad abitare in un altro continente e il problema si risolve da solo!]
  9. Trattarlo come se fosse solo tuo. [Ma cos’è?? Un tamagotchi?]

Dei consigli utilissimi a cui nessuno avrebbe pensato. E tu li leggi? Si’, ho finito le piastrelle. E siccome mi avanza tempo, ho deciso di dare anch’io un po’ di consigli:

  1. Anche se hai la tentazione di truccarti mentre guidi, non farlo! Ci sono un sacco di vigili in giro e potresti prendere una multa! Ecco un trucco utilissimo che ci hanno svelato le nostre lettrici: alzati due minuti prima e truccati nel bagno di casa tua oppure aspetta il rosso al semaforo. Risultati garantiti! Provaci subito!
  2. Se vi piacciono i leggins, scegliete una bella maxi-maglia o almeno una tinta coprente. Nessuno vuole sapere se indossate la mutanda della nonna, una culotte sbarazzina, un tanga tigrato o niente. Il mistero è quasi sempre una mossa vincente…
  3. Chiudi i rubinetti quando hai finito di usare l’acqua, otterai due risultati, cara amica: da una parte risparmierai in bolletta e poi non trasformerai la tua casa in un acquario! Pensaci!
  4. Se ti metti lo smalto, aspetta che si asciughi, non avere fretta. Se andrai subito a piantare gli alberelli da frutto sul tuo balcone, ti ritroverai con tutte le unghie piene di terra e dovrai ricominciare tutto da capo! Domandati se ne vale davvero la pena..
  5. Non mettere le mutande sopra le calze. Lo sappiamo, sono molto stilose ma, diciamocelo: perdono la loro funzione.
  6. La piastra per capelli si usa esclusivamente per i capelli. I boccoli in altre parti del corpo fanno troppo 2007 e sono ormai decisamente out! Senza contare che in questo modo non rischierai di finire in ospedale e di dover dare delle spiegazioni imbarazzanti.
  7. Ricordatevi, care amiche, di non uscire con le ballerine, se nevica. Il terreno, anche se sembra incredibile, è scivoloso! Prendetevi cura di voi stesse, è per il vostro bene.
  8. Se vai ad una cena elegante, non ti preoccupare di come sei vestita o pettinata o, ancora, truccata, ricordati di espletare le tue funzioni corporali in bagno e non in sala. Anche se non ce la fai più, trattieniti! Il tuo appuntamento potrebbe dipendere da questo. E quando esci dal bagno, non portarti via la carta igienica anche se l’hai finita a casa. Non tutti potrebbero capire le tue intenzioni, soprattutto se ancora non ti conoscono…
  9. Non controllare continuamente se hai ricevuto qualche notifica, è spesso considerato molto maleducato. Metti la suoneria a palla, cosi’ sarà impossibile non sentirla. Anche se lo hai lasciato in macchina, in garage, a casa tua.
  10. Lavati una volta al giorno. Sappiamo che è una scocciatura, ma aumenta le possibilità di trovare qualcuno che voglia parlare con te. O almeno restare nella stessa stanza.

Depressione post pasto

Questo post lo avrei dovuto pubblicare il giorno dopo il Lunedi’ dell’Angelo, invece vede la luce oggi, venerdi’ 17 (che porta bene, si sa), con quei buoni quindici giorni di ritardo. Sempre sul pezzo. Domani vi parlero’ delle nuove scoperte di un certo Cristoforo Colombo. Uno che di Pasqua se ne doveva intendere perchè altrimenti, con un nome cosi’, avrebbe dovuto fare il cuoco e specializzarsi in “sopa coada” (a chi interessa: Ricetta). E comunque mi han detto che si intende di uova e che fa specie uno spettacolo di equilibrismo. Il famoso uovo di Colombo. Mal che vada, finisce a omelette e vino.

Tornando alle nostre pecore (che son sempre in tema), mi chiedevo perchè non abolire il giorno lavorativo dopo le festività. Faccio un esempio pratico. Il giorno di Pasqua ha un nome, quello successivo, sempre festivo, ha un nome, quello successivo? No, non ce l’ha. Perchè? Perchè è un giorno del piffero. Sembra lunedì mattina e invece è martedì. Sei riuscito a passare due giorni di festa e quindi ti sta ancora più antipatico. Ti muovi a fatica e sei produttivo e utile come una cassa di meloni alla festa della fragola e dell’asparago (che esiste veramente: Festa a Scorzè). Propongo di fare la mezza giornata dopo le festività. La vedo meno traumatica. Comunque quest’anno le feste non si sono svolte come credevo. Qualche variazione sul tema:

  • mi vesto abbastanza leggera perché vedo il sole (errore) ed ecco la prima sorpresa pasquale: raffiche di vento gelido che manco a Trieste d’inverno.
  • al momento di servire la colomba ero indecisa se portarla in tavola o se riesumare panettone e torrone, che mi sembravano più in tema con il clima. Anche una bella cioccolata calda invece dello sgroppino, secondo me, ci stava.
  • a Pasquetta c’era il sole e faceva caldino. Giusto per darmi torto. Poi comunque ha fatto le solite due gocce perché non ha proprio resistito. E’ più forte di lui.
  • non ho aperto manco un uovo. Così imparo a lamentarmi delle sorprese.
  • non ho mangiato neanche un pezzetto di cioccolato. Gli Umpa Lumpa mi hanno fregato sul tempo? In compenso ho finito il torrone di Natale. Perchè, ammettiamolo, sembrava Natale. Stavo cercando i regali sotto l’albero di Pasqua. Giuro. Dai miei c’è l’albero di Pasqua. Vabbé, sono usanze. Se a Ferragosto mi fanno l’albero con i ghiaccioli, mi preoccupo.
  • nessuno ha parlato di malattie. In compenso ho scoperto che esiste dalle mie parti un ristorante che serve nutrie. Buon appetito, eh?! E non ditelo alla Brambilla. Mi raccomando. Insisto che questo sia l’anno della nutria. Ci son tutti i segnali. Nutria per tutti!
  • i miei parenti non andavano più via e ovviamente qualcuno ha fatto la battuta: “Son le sette e mezza. Che si mangia?“. Risate. Io non ho riso. La sapevo già. Dall’età di tre anni.
  • abbiamo mangiato come delle oche, ma stranamente non sono collassata sul divano. O mia mamma sta facendo porzioni più umane o io sto maturando resistenza negli anni.
  • Per il mio aperitivo, nessuno si è lamentato. Ho aperto una bottiglia. Li ho fregati tutti.

† La (S)passione †

E’ arrivata la Pasqua. Quel momento dell’anno in cui vorresti aver fatto parte della folla davanti a Pilato, per urlare: “Datemi retta, urlate Gesù, non Barabba! Pensate a quei poveracci che tra duemila anni dovranno sopportare il pranzo di Pasqua con i parenti. A voi piacerebbe stare di fianco alla zia Matilde che vi racconta di quella volta che le han messo su il catetere o allo zio Leopoldo che vi fa vedere la cicatrice (nuova nuova) dell’operazione alla prostata?? Pensateci e fatelo per i vostri pronipoti. Già non mi avete dato retta quando vi avevo avvertito di sigillar le finestre a casa di Maria che girava lo Spirito Santo e si faceva pure annunciare da un certo Arcangelo Gabriele!” Ecco, se tutti noi ci fossimo stati, adesso, per celebrare Barabba, al massimo andremmo a rubare le uova alle galline della vicina.

Bon, scherzi a parte e prima che mi vada di traverso l’uovo di cioccolato o qualcuno mi fulmini attraverso il mixer mentre faccio lo sgroppino, sono qui per augurarvi una buona e serena Pasqua. Oltre a questo, un paio di questioni:

  • perchè piove SEMPRE a Pasquetta? Anche se hai deciso di andare nel deserto del Gobi, due gocce le fa sempre.
  • perchè nelle uova ci son sempre delle sorprese orrende? E anche in quelle che son garantite con una sorpresa bella, in realtà fa schifo lo stesso? Sono io che son fortunata?
  • perchè se qualcosa andrà male durante il pranzo sarà colpa mia? Esempio chiarificatore: “La colomba faceva schifo.” e io penso: “Stavolta non è colpa mia. L’hai comprata tu e l’hai tagliata tu!“, ma il Fattore M continua dicendo: “L’hai aperta troppo presto, si è seccata.“. Diamole atto: nel far ricadere la colpa su di me, è un genio di creatività.
  • perchè la prima cosa che mi metto non va mai bene e mi devo cambiare sempre un paio di volte prima che il Fattore M, in combutta con la Variabile Σ (sigma), dicano una frase che suona più o meno: “Vabbé, non c’è più tempo. Stai cosi’ che tanto nessuno nota la differenza tra vestita bene o male. Pensano sempre che tu sia tornata or ora dalla miniera.“?
  • perchè è necessario mangiare quantità di cibo tali da avvicinarsi al fabbisogno mensile di un branco di diavoli della Tasmania affamati per mesi?
  • perchè ogni volta il mio aperitivo non piace a un membro della mia famiglia? Di solito a turno? Esempio chiarificatore: “Fattore M., con cosa lo faccio lo spritz?” risposta: “Con quello che vuoi.” e io: “Ok, lo faccio con l’Ap**ol“. Annuisce. Qualche minuto dopo, lo stesso Fattore M: “Con cosa l’hai fatto lo spritz? Fa schifo. Continuate a usare l’Ap**ol, che non sopporto!” Ma c’è un gap tra dimensioni? Ho sbagliato versione di Fattore M? Non mi capacito.
  • perchè apro almeno tre / quattro uova a Pasqua e non mangio mai più di un pezzetto di cioccolato? Dove va a finire il resto? Chi se lo mangia? Lo rubano gli Umpa Lumpa mentre sono distratta o mi riprendo dal racconto dello zio Leopoldo?

Se qualcuno ha delle risposte, vi prego di farmelo sapere. Entro un paio di ore al massimo. Dopo sarà troppo tardi…