Sono nel mio monolocale-loculo e bussano alla porta. È uno dei guardiani. Saluti di cortesia e poi mi chiede: ‘Sta facendo la doccia?’, io: ‘Vestita?’. Resta perplesso e poi mi sorride. Comunque no, è difficile che uno si faccia una doccia dalla scrivania e pure vestita con tanto di scialle. Scopriro’ poi che il problema è il seguente: quando la mia vicina si fa la doccia, nell’appartamento corrispondente del terzo piano cola l’acqua e il vicino sacramenta in gallico. La storia si ripete per più di una settimana e lei alla fine sbotta: ‘Ma mi avevate detto voi che era stato tutto sistemato!’. Evidentemente no.
Come ogni giorno, mi faccio la doccia. E fin qua, tutto bene. I problemi iniziano quando, prima di uscire, faccio pipi. Inutile ridere sguaiatamente. Cos’avete? Tre anni? Premo il bottone dello sciacquone e sento un gorgoglio strano. Mmmm…cattivo segno, mi dico. Infatti l’acqua risale dalla doccia. Ottimo! Cominciamo bene la giornata. Scendo, ne parlo alla segretaria dello studentato e mandano qualcuno. Vado via e quando torno a casa vedo che mi hanno smontato lo scarico della doccia. Mi dicono anche che la colpa del malfunzionamento idraulico sarebbe stata mia perchè erano scesi capelli, sapone, ecc. A quel punto mi rendo conto che questa mania di lavarmi con il sapone me la dovrei levare. E qui si apre la questione: rimonto lo scarico? Cioè, lo devo rimontare io? Nel senso: siete fortunati che io abbia un cacciavite tra le cose che mi son portata via (insieme alla pialla e all’asse da stiro), altrimenti buonanotte! Decido di disinfettare tutto con l’amica Amuchina (mi dovrebbero regalare una fornitura annua con quello che la uso!), rimonto, faccio una prova tirando l’acqua e sembra tutto a posto. Non sono convinta che sia stata colpa mia, ma vabbé. Due giorni dopo, idem. Riflusso ciclico dalle tubature. Riparto dalla segretaria, mi rassicura, due giorni dopo arriva l’idraulico. Stavolta sono a casa.
Entra, si dirige verso la scena del crimine e nel mentre mi fa domande strane: ‘Ha buttato giù qualcosa nello scarico del WC?’ ‘Del tipo?’ ridacchio e aggiungo sorridendo: ‘A parte le solite cose, direi di no.’ Non ride. Bon, ok, lascio perdere l’idea di avere un amico idraulico, che potrebbe sempre tornar comodo, e assumo l’aria grave e seria che necessita la malattia di cui soffre la povera tubatura parigina. E quello, a mio gran stupore, risponde: ‘Tipo del sapone, delle creme, una boccetta di profumo, un deodorante…’ Lo fermo prima che mi dica pentole, piatti e bicchieri: ‘Scusi, ma mi prende per scema?’ ed argomento: ‘Ma le pare che una persona sana di mente possa essere anche solo vagamente sfiorata dall’idea di buttare un rifiuto di plastica e/o vetro nel WC? Si decompone in che modo? Con la fatina del cesso? (la fée du WC, ho detto proprio cosi’)’ Non ride (ma a questo punto sospetto che sia per principio), mi guarda con fermezza e lo sguardo di uno che la sa lunga e sospira: ‘Non sa le cose che vedo.’ E ricomincia a lavorare. Alla fine sentenzia : ‘E’ per colpa della grondaia’. Eh? Come dice? Come la grondaia?? Che c’entra la grondaia con il WC? Va bene la teoria del caos ed il battito delle farfalle a Pechino che fa cambiare il clima a Miami, questo lo capisco, ma qua sfioriamo la follia, non trova? Lui non trova. Per me è come se dicessero che se uno è andato a zoccole è perchè ha trovato la chiesa chiusa. Non dico che non sia possibile, solo mi sembra poco probabile. E sospetto che con una motivazione cosi, le statue degli altari andrebbero lavate molto bene. Ma sono opinioni.
In seguito mi arriva una mail: ‘Nous avons constater (sic!) que vous aviez un désodorisant dans la cuvette de vos toilette. Merci de le retirer car celui ci peut tomber et les boucher’. Ossia mi dicono che devo togliere il dedorante del WC perchè puo’ cadere dentro e ostruire le condotte. Mi prendono in giro. Mi prendono in giro per forza.
Mi arriva una mail nella quale mi si dice che ‘suite à un changement de canalisation, nous vous demandons de ne pas utiliser les wc et la douche de votre salle de bain lundi 10 janvier de 14h à 18h. Nous vous rappelons que des toilettes sont à votre disposition au rez-de-chaussée, en face du secrétariat.’ Vabbé, dico io, tanto lunedi’ son via. Mi fanno in seguito trovare un foglio nel quale c’è scritto di non utlizzare il bagno anche dal mattino. Ora, non sapendo a quale informazione dare più affidamento, decido di svegliarmi all’alba (sono tornata tardi dall’Italia e son divelta, ma vabbé), prima dell’arrivo degli operai. Perché, secondo loro, dovendo andare in bagno (poteva essere anche urgente, no?), avrei dovuto: vestirmi (mica scendo in pigiama!), munirmi di trousse, disinfettante (si, si, disinfettante, perchè? Non si puo’?) e asciugamano, far quattro piani di scale e andare al pian terreno (dove ci sarà stata la coda…). Tanto valeva andare al bar. Per la doccia non avevano previsto un piano B. D’altra parte, perché lavarsi, magari anche con il sapone, che poi si intasano le tubature??
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