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La cosa interessante dei Casi Umani è che tu ti distrai un attimo e loro peggiorano. Nella fattispecie vi parlo di un Caso Umano che raggiunge vette inarrivabili.

Lo scorso mese mi trovo all’Università e sto aspettando in corridoio. Non potendo, per natura, farmi i fatti miei, ascolto il dialogo tra un Professore e un suo studente, che doveva consegnare la sua tesi due settimane dopo. La tesi andava consegnata in Segreteria e quindi l’incontro serviva solo come ultima conferma di un testo ormai definitivo. Insisto: definitivo, cioè da mandare in stampa il giorno dopo. Il Professore avrebbe dovuto correggere solo due virgole e un accento. Invece no. Segue dialogo:

Professore, con calma: “Guardi, non so cosa dire. Le correzioni che le ho apportato in tutto questo tempo, Lei non le ha mai corrette. Non so neanche se Lei sappia come scrivere una tesi: mancano molte note, la bibliografia è scorretta o incompleta, anche i nomi degli autori e delle fonti sono sbagliati, scrive frasi senza senza verbi, ecc. Insomma, queste cose gliele ho corrette più di due mesi fa! Ho qui la copia. Vede? Il testo è lo stesso. Si rende conto?

Studente: “No, no! Le ho corrette!

Professore: “…” (mostrandogli i due testi e guardandolo con sufficienza)

Studente: “Non so come sia successo… [Dev’esser stato il temibile Tesariol, il folletto delle tesi, che quando le correggi, te le riporta alla versione originale. CERTO.] Comunque non so se ho TEMPO di correggere tutto, è tanta ROBA…

Professore, un po’ irritato: “Faccia come vuole. Se insiste nel volerla discutere, la avverto che il parere negativo del relatore è un pregiudizio estremamente grave. Francamente, se l’avessi saputo, non le avrei firmato neppure la richiesta di discussione.

Studente: “Ma io mi devo laureare adesso! [Gli si accende un neurone, uno solo] Mi metto a correggerla immediatamente e gliela riporto la prossima settimana. [Il neurone gli muore subito dopo, per il troppo sforzo] Ma non riesco per giovedi’ e ho appuntamento con la Professoressa X [correlatrice]. Le do questa?

Quindi, secondo te, ha senso dare una copia piena di errori alla correlatrice, la quale apprezzerà sicuramente la gentilezza. Contaci. Inoltre non sai neanche correggere un testo (!!) e ti lamenti pure di doverlo fare. Non capisci, infine, che il docente ti sta gentilmente – e neppure tanto velatamente – invitando a posticipare la discussione perchè il lavoro che hai fatto è indecente e tu insisti per discuterla lo stesso.

Ora, di gente stupida e ottusa ne ho vista, ma tu vinceresti il primo premio a occhi chiusi. E probabilmente te lo mangeresti.

La piramide

Un giorno sono in treno e sento questa frase: “Se stetti male come te, lo farei, io!“. Un dolore lancinante mi si irradia a raggiera nel petto. Cerco la causa di questo massacro verbale e scopro che a parlare è stata una ragazza che dispensa consigli a un’altra [chiamiamole Maria e Giovanna]. Maria dice che il problema è che “L’interesse si sta disfando, è meglio che restiamo amici.“. Sapevo di interessi che calavano o scemavano, ma che si disfassero, mi mancava. Giovanna conferma: “Piuttosto di stare in un limbo con tre persone… Tu lo sai, io sono contraria.”  Momento. Ci son troppi personaggi. Ci vuole un po’ di pazienza, ma arriva il chiarimento di Maria: “Quando stavo con Mattia, con l’altro [chiamiamolo Mario] non era niente, solo divertimento. Stavamo insieme da prima, siamo rimasti amici. Mica mi sentivo in colpa!”. Ricapitolo mentalmente: Maria sta (o stava?) con Mattia ma passa ore piacevoli con tale Mario, che era arrivato per primo e per questo ha acquisito dei diritti innegabili. Vabbé. L’affare si complica quando scopro che Mattia è pure vecchio, mentre Maria va ancora a scuola (frequenta la quinta) e lei sente la differenza d’età. Vorrei vedere. Stai con uno a cui interessano principalmente cantieri, farmacie e code in Posta! Cosa vuoi avere in comune con un vecchio?? Giovanna ha una sua teoria: “Tra i trenta e i quaranta la differenza non si sente, ma a venticinque anni si’. Ormai lui è maturo, ha solo da insegnarti.” Ah. Quindi lui ha venticinque anni. Venticinque. Quell’età in cui molti cominciano a pensare all’eutanasia. Forse per questo si danno all’insegnamento: accellerano un processo di decadimento ormai irreversibile. Mi piacerebbe vederle tra una trentina d’anni, quando cercheranno disperatamente di sembrare delle venticinquenni. Il karma esiste e ti inc*la sempre. Io son nata vecchia. Il che è una comodità. Comunque, alla fine capisco che il misterioso terzo uomo (chiamiamolo Caio) è quello che adesso ha le preferenze di Maria perchè: “Abbiamo tanto in comune“. Quindi, riassumendo: Mattia (fidanzato ufficiale che non sa di essere stato mollato), Mario (ex-fidanzato e amico con l’usufrutto a vita) e Caio (potenziale nuovo fidanzato / forse già in carica). Da questo ho capito che l’evoluzione del triangolo amoroso è la piramide a base triangolare (vedi disegno esplicativo). Son curiosa di sapere se esistano altre figure geometriche. Io non sono affatto contro la poliandria, perchè se tutti sono al corrente e son contenti, non vedo il problema. Inoltre ho sempre avuto una grande ammirazione per quelli/e che riescono ad avere più relazioni in contemporanea perchè io farei una confusione tremenda. Se mi capita di mettere lo shampoo sul fuoco e di lavarmi i capelli con il caffé, figuriamoci se dovessi barcamenarmi tra due o più relazioni. Probabilmente ordinerei l’agnello con quello vegetariano e mi metterei una tuta per accompagnare l’altro alla Scala. Senza contare che vorrebbe dire avere almeno un’altra Costante I. Come dovrei chiamarlo? Costante II? Diventerebbero C1 e C2, come le Citroën? No, no, dovrei pensare a un altro soprannome. Vabbé, troppa fatica. Resto sul modello unico, ché mi risparmio anche la gastrite.

Serve infine una precisazione: gran parte della conversazione mi è sfuggita – ed è stato un vero peccato – perchè mi ha distratto il tappo di una bottiglia di birra aperta con un accendino da due ragazzi poco distanti. Capisco che le mie forme possano ricordare un bersaglio concentrico o una lattina, ma mi son sentita un filino offesa. Se mi avessero colpita, avrebbero preso 20 punti. Di sutura. A testa.