Aspetta, aspetta…

Ieri vado dal mio medico curante. Delle mie malattie parlero’ un’altra volta, ché la gente poi pensa che abbia novant’anni. Secondo un test che ho fatto ne avrei 42. Dico ad alta voce: “Quarantadue?? Ma che?? Scherziamo??” e sento una vocina di fianco che commenta: “Beh, dai, ormai manca poco… (pausa) Ehm…dieci anni, giusto?“. Vabbé, ma se prendi la mania di salvarti in corner tutte le volte, che ci scrivo sull’RdC? Vienimi un po’ incontro, no?
Sala d’attesa. Strapiena. O regalavano i farmaci o distribuivano buoni per il 3×1 e il pacco convenienza. Non mi spiego. Mi siedo e mi capita di sentire una lezione di teologia paesana. Ma sul serio? Han tutti una media di 85 anni, come mai non parlano del povero Piero e della povera Maria, di Tizio che è in ospedale, di Caia che è ancora zittella, del marito di Sempronia che è scappato in Siria per stare un po’ tranquillo e sfuggire alla suocera e alla moglie che facevan sembrar due angeli le Arpie? No, sul serio, ma che generazione di anziani ci ritroviamo?? Mi ritrovo in sala d’aspetto con uno storico amatoriale che trae le sue informazioni da Voyager e da cartoni animati tipo Calendar Man o la Stella della Senna (che collocava la rivoluzione francese il 4 luglio… Per dire, eh?). Qua per disinfestarlo ci volevano tutti e due gli Angela e il CICAP al completo. E secondo me, avrebbero chiamato in aiuto Paco Lanciano. Si spertica in discorsi sulle principali religioni e e se ne esce con delle frasi degne di nota, oltre ad un assortimento di luoghi comuni, tipo: “La religione è l’oppio dei poveri!” oppure “Alla Chiesa andava bene quando eravamo tutti ignoranti” oppure “Paese che vai usanza che trovi” oppure “Le donne non dovrebbero andarci con quelli perchè ‘donne e buoi dei paesi tuoi’.” Non so se Lei conosca solo vacche, ma è da un po’ che c’è un certo miscuglio di genti. Direi da un bel po’. Direi da sempre. Soprattutto nel profondo Nord-Est. Con buona pace di quelli che pensano di discendere dai Celti. Quelli che mandavano avanti le donne per spaventare il nemico, che avevano paura che il Cielo gli cadesse sopra la testa, che inchiodavano le teste dei nemici agli stipiti delle porte perchè portava bene, che facevano una sorta di pan e vin con i prigionieri, che avevano una smodata passione per il vino (e questo direi che ci è rimasto) e che si son fatti battere da uno abbandonato da tutti, che aveva un esercito di quattro gatti spelacchiati, che stava assediando una città e che avevano assediato in migliaia. Certo, era Giulio Cesare. Un po’ come cercare di vincere contro Iron Man… Comunque, tra le sue perle:

  • Ogni religione ha le sue usanze, è come il dialetto.
  • Se prendiamo un israeliano dalla Russia… DECIDITI! O è Russo o è Israeliano.
  • Po’, savé quei caveoni coi rizi [Poi, avete presente quei capelloni con i riccioli?] Credo intendesse gli ebrei ortodossi, ma non ho certezze.
  • Nel Corano non c’è scritto di maltrattar le donne. Dicono che la donna è l’angelo del focolare! Ma…testuale??
  • La storia inizia con Cristoforo Colombo… [AAAAAARRRRGHHHH!!!!] …che era figlio illegittimo e il cugino era meglio… Son cose fondamentali per la storia, dai! Che ti frega che abbia scoperto l’America? Tanto prima o poi qualcuno ci andava a sbattere. La cosa importante era il cugino! Quello che vendeva il miglior basilico da pesto di tutta Genova.
  • E poi i BORCHIA? Quelli di Roma, i BORCIA, uno che è diventato Papa, ma aveva i figli e governava Roma per un’altra storia che ci stava sotto. Miseria! Ma guardati la serie TV!

La vena complottara esce poi con domande esistenziali, come:

  • Dov’è andato Gesù dai 12 ai 33 anni? A fare i fanghi sul Mar Morto, lo sanno tutti.
  • Perché hanno ucciso Papa Luciani? Io ho sospettato sempre della suora. Quella con la tisana non me l’ha mai raccontata giusta.

Ora, di tutti i discorsi allucinanti e di tutte le banalità, mi ha colpito soprattutto un misterioso libro: la Bibbia PAVOLINA. Ora, secondo quanto affermato questa Bibbia, con scritte delle ‘storie diverse da quelle che sappiamo tutti‘ sarebbe stata ritirata ai tempi del nonno di quest’uomo, che l’ha saputo dalla madre. Dopo ricostruzione personale, ho collocato il fatto tra la fine dell’800 e l’inizio degli anni ’30. Pavolina mi ricorda Alessandro Pavolini, Ministro della Cultura Popolare durante il Fascismo. Che ci sia un nesso? Forse Pavolini ha censurato la Bibbia? Mi sembran misure drastiche anche per lui… Che sarà mai questa bibbia Pavolina? Qualcuno lo sa? Non ci dormo da ieri. Potrebbe essere il manuale di utilizzo del famoso FAIAL? Certo, potrebbe essere la Bibbia in Edizione Paoline. Anche questa possibilità, dopo i Borchiati Borgia, non è da scartare…

Return of the M Factor

Continua la simpatica carrellata sul Fattore M. Se lo dovesse scoprire, ovviamente, mi scuoierebbe viva. Con uno spelucchino. Per prolungare il più possibile l’agonia. E anche perchè per togliere la pelle è il coltello giusto. Nelle cose, e quindi anche nella tortura, ci vuol precisione. Il Fattore M è quindi quello che:

  1. ti frega sempre perchè, è genetico, è più furba di te. Cambierei il detto “Ne sa una più del Diavolo“, con “Ne sa una più del Fattore M“. Mi sembra più accurato. E c’è anche da dire che sul Diavolo non abbiamo certezze, mentre che esista un Fattore M per ognuno di noi, è indubbio. La sua arma più usata, quando non ha più frecce al suo arco, è ricordarti quello che ha fatto per te. Dall’età della pietra: i mesi della gravidanza, il parto, il cambio dei pannolini e le notti insonni. Alla fine, capitoli. Anche solo per non sertir più raccontare per l’ennesima volta le solite storie, che conosci a memoria. Da quando avevi due anni. Infatti te le raccontavi da solo per addormentarti. Altro che i fratelli Grimm! Le storie familiari son il miglior rimedio a infanti insonni. Cominci la storia di quando lo zio Giovanni ha venduto la bicicletta del prete (pensando fosse quella del finanziere che gli aveva sequestrato le sigarette di contrabbando perchè il prete andava spesso a casa del finanziere perchè c’era la Luisa che faceva dei tagliolini da resuscitare i morti e abitavano nella casa dove prima c’erano quelli che poi sono andati ad abitare dove c’erano prima quelli che avevano affittato la casa vicino al canale ai tappezzieri) e quando sei a metà storia, stanno dormendo pure le zanzare. Anche quelle dei vicini.
  2. quello che prima di dice che non fai niente, che sei un’ingrata, che sarebbe stato meglio allevare una pianta grassa perchè sarebbe stata più utile, che un cane almeno fa la guardia, che qua e che là. Un dieci minuti di commenti acidi e poi se ne esce con un “Vieni con me a far la spesa, oggi pomeriggio?“. Quale essere senziente non andrebbe con te da qualche parte, dopo la serie di complimenti che ho sentito?? E la cosa pazzesca è che alla fine ci vai. Secondo me, ti ipnotizzano, i Fattori M, ad un certo punto della conversazione. Non c’è altra spiegazione.
  3. quello che prima ti mette fretta perchè dovete uscire e poi, siccome chiama un’amica SUA, sta mezz’ora al telefono. Quando finisce, siccome tu intanto ti sei messa a fare altro (lo so, son strana), si incavola perchè non sei in macchina ad aspettarla con il motore acceso. Sono un’ecologista. Che ti devo dire?
  4. quello che dice a tua sorella, alla domanda se le davo una mano: “Si’, si’.” (ride sguaiatamente) “Mi aiuta stando seduta sul divano. Lo scalda!“. Ingratitudine. Il Mondo è pieno di gente ingrata. Che non capisce che sto facendo un accurato controllo qualità a strutture di compensazione posturale.
  5. parla di gente che non conosci. E si incavola se non segui il discorso. Caso classico: “Hai presente la Gina? Quella che ha sposato quello che stava in via Roma, che prima faceva il postino, ma che adesso è in pensione, è vedovo poveretto, ma ha una che gli va a casa ad aiutarlo, per fortuna. Era una brava donna.” e li’ chiedi: “Ah, è morta la Gina?” e comincia ad irritarsi: “Ma no! La moglie del postino è morta!” e tu, perplessa: “La Gina, allora!” e lei, guardandoti con compassione e scandendo le parole: “Ma no! La Gina ha sposato uno che faceva il postino, non il postino che c’è adesso!” e tu, che credi (e sbagli) di aver capito: “Il postino di adesso è vedovo…” e lei: “No! Quello che c’è adesso è la Luigia, che è quella che è zittella perchè è brutta come il peccato e poi è anche antipatica. Quello vedovo è il postino di prima.” A quel punto cerchi di ricostruire mentalmente il discorso: Gina ha sposato uno che faceva il postino; quello che ha preso il suo posto adesso è in pensione, è vedovo e ha una badante; la nuova postina è una donna. Ok. Hai perso un quarto d’ora della tua vita, ma adesso puoi seguire e quindi incalzi: “E quindi? Questa Gina?” e lei, tranquillamente: “Niente. L’ho vista l’altro giorno.“. Ah.